Serve che si viva una vita normale, sapendo che spesso il fatto di esserci allontanati dalla nostra natura umana è servito anche ad allontanarci da Dio. In sostanza, vivere da uomini significa affrontare le responsabilità di tutti i giorni, nella costante ricerca di una società migliore, più libera, più semplice e più accogliente. In questo la Chiesa dovrebbe essere assoluta protagonista, visto che, fondando la propria esperienza sul Vangelo di Cristo, fa le sue scelte (anche storiche) sulla base delle beatitudini: beato chi è semplice, beato chi lotta per la giustizia, beato chi è perseguitato a causa del vangelo. La felicità si esprime nella lotta, nella ricerca, nella fame e nella sete di verità. Da nessuna parte, nel Vangelo, è scritto che sono felici coloro che si sono adagiati perché hanno ormai raggiunto una posizione sociale di rilievo. A nessuno viene chiesto di massacrare se stesso con le penitenze o violentando le proprie scelte. A tutti, ma proprio a tutti, invece viene chiesto di amare la propria vita così com’è, di amare Dio e il prossimo, di avere la disponibilità ad imparare sempre dagli altri e da tutto ciò che ci circonda, di mettere in crisi i sistemi di pensiero cristallizzati e pieni di muffa, di cercare il bene. Di non adagiarsi insomma. Bisogna però guardare la realtà in cui viviamo ed essere critici almeno un po’. C’è purtroppo un modo di concepire la Chiesa che non ha niente a che vedere con le beatitudini, in cui tutto ciò che sembra essere fatto per il Vangelo… sembra e basta. È apparenza. Troppa gente si è adagiata sul potere della propria posizione sociale, attraverso cui è più facile usare il nome di Dio per affermare se stessi che compromettersi e morire per affermare il nome di Dio. Il mio sembra un giudizio feroce, ma è solo un’opinione tra tante, condivisibile oppure no. Resta il fatto che da circa 500 anni si è rafforzata molto la divisione tra cristiani e super cristiani, due categorie di fedeli in cui i primi sono sottoposti a giudizio e i secondi ne sono assolutamente immuni.
Don Gianni