Non esiste una chiesa personale, ma non esiste nemmeno una chiesa di tutti.
Esiste solamente una Chiesa che appartiene a Dio Padre (perciò viene detta santa e non per la moralità dell’uomo).
La vita dell’uomo, nel momento stesso in cui osserva semplicemente la legge naturale, è già una vita indirizzata a Dio.
La natura infatti, nel suo sviluppo e nella sua manifestazione, osserva delle leggi che è possibile esplicitare attraverso lo studio scientifico, ma, qualora non venissero esplicitate, sarebbero comunque delle leggi che non si contraddicono con le stesse leggi divine. Esse sono un tutt’uno.
La Chiesa, in quanto comunità umana, ha indubbiamente la capacità di esprimere le sue leggi, in modo da rendere più chiara la convivenza dei suoi membri. Questo, tuttavia non può prescindere dalle leggi divine e perciò naturali.
Se la Chiesa diventa esclusivamente un’istituzione appartenente all’uomo, qualunque forma di governo essa abbia, dimenticandosi di interrogarsi costantemente sulla volontà di Dio, perde la sua natura essenziale: non è più capace di essere sacramento universale della salvezza, non è più la strada che conduce all’esperienza del divino.
D’altro canto, imparando ad affrontare le crisi della storia e interrogandosi su ciò che Dio Padre chiede alla nostra umanità, noi, in quanto Chiesa, sappiamo essere canale efficace della sua volontà, mezzo attraverso cui la Parola continua a farsi Carne e ad abitare in mezzo a noi.
Nessuno di noi è padrone della Chiesa e nessuno di noi si deve sentire custode di un qualche arcano segreto.
Così, nessuno di noi può avere la presunzione di essere più vicino a Dio di chiunque altro.
Dal punto di vista della Fede, non possiamo che avere una vita di continua crisi con la domanda se siamo o no dei servi ancora utili alla causa del Vangelo.
Una vita normale, insomma, sapendo che spesso il fatto di esserci allontanati dalla nostra natura umana è servito ad allontanarci anche da Dio.
Don Gianni
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