Una comunità che non si arrende
La comunità, in buona sostanza non è un insieme di persone in cui alcuni comandano ed altri servono o in cui alcuni hanno un servizio da compiere ed altri usufruiscono di questi servizi. Non possiamo nemmeno pensare di esprimere i contenuti della comunità parlando di diritti e di doveri, perché questo sarebbe più consono ad un idea di società civile più che ad un concetto di comunità; ad ogni modo l’una non esclude l’altra, anche perché il concetto di società civile si presenta più come una condizione statica che, sebbene in continua ricerca di crescita e di miglioramento, ha già in sé tutto ciò che ricerca, mentre il concetto di comunità presuppone uno scopo da raggiungere che va aldilà della comunità stessa: la comunità deve avere un fine comune; questo fine comune darà, a sua volta, un’identità e un senso alla stessa comunità. Prendendo in esame in modo particolare la comunità parrocchiale, in quanto piccola comunità ecclesiale, potremmo dire che essa si muove, più che con delle regole scritte e inderogabili, tra carisma e servizio. Questi sono i pilastri principali, i motivi essenziali che consentono di vivere in comunità con entusiasmo e gioia e di far vivere la comunità stessa con speranze sempre nuove. Fermiamoci allora su questi due elementi. Il CARISMA è inteso come un dono, una qualità personale che va fatta fruttare mettendola a disposizione degli altri. Il carisma e la capacità di fare qualcosa in modo naturale; ogni uomo ha i suoi o il suo, e anche quando dovesse esserci un solo carisma, un solo dono/capacità, questo non può e non deve restare nascosto perché, cosi facendo, perderebbe tutta la sua importanza. La nostra società attuale non riesce a concepire bene il valore del mettere a disposizione degli altri le proprie capacità perché ha dirottato la sua attenzione più ad un profitto economico che ad una crescita della società. Il carisma deve perciò contenere in sé il valore della gratuità e dell’apertura all’altro. Sono convinto che se più persone riescono a vivere con questi due semplici valori non avranno mai grandi carenze né necessità improvvise, perché ci si soccorre in modo vicendevole, ci si aiuta l’un l’altro in modo quasi naturale, così come avviene in una qualsiasi famiglia in qui non prevale il proprio interesse economico ma il bene dei propri fratelli.
Don Gianni
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